mercoledì 15 giugno 2011

ASSOCIAZIONE CULTURALE DUE FIUMI CON IL PATROCINIO DELLA PROVINCIA DI TORINO www.duefiumi.org


Editrice Ibiskos Ulivieri Empoli



SEZIONE D NARRATIVA EDITA

ROMANZO STORICO


Premio Aldo Cappelli
Pietro Buccinà  “Come soldati di cartone …. Sotto la pioggia” Albatros/il Filo

La narrazione è coinvolgente, in particolare nella prima parte che presenta la dura esperienza degli Internati Militari Italiani nella Germania nazista. E’ il racconto delle vicende vissute dal padre a seguito dell’incosciente annuncio della resa italiana, senza aver minimamente provveduto a quell’enorme numero di militari scaraventati in giro per l’Europa e lasciati alla mercé del ben più attrezzato esercito tedesco.
Se la narrazione mediata dai ricordi altrui, ovviamente manca dell’asciuttezza dei testimoni, offre una interpretazione appassionata delle vicende vissute dai militari meno acculturati – la maggioranza – privi come tutti d’ogni informazione, costretti a scegliere seguendo le inclinazioni personali, che sviarono fra le scelte estreme della collaborazione e della resistenza armata.
Gli IMI non vollero o non poterono scegliere alcuna forma di resistenza diversa dal rifiuto della propria collaborazione, pagando con un durissimo internamento, il diniego a prestarsi alle richieste ed agli allettamenti dell’esercito nazista.
I fantasmi della fame – quella vera – dei maltrattamenti, perfino dell’assassinio, convissero per mesi e mesi con questi uomini, spesso sorretti soltanto dalla minima solidarietà esercitabile fra pari, dal rapporto amicale cementato dalla vita in comune in particolarissime circostanze, quella che l’Autore traduce – certo su indicazione del testimone – con il termine famigliare “amicizia” . Un sentimento che risultò sufficiente per resistere, anche, alla continua tentazione di cedere ed accettare le reiterate offerte d’arruolamento nell’esercito tedesco prima, nell’esercito della RSI poi.
La seconda parte è più specificatamente biografica e non generalizzabile, come l’accenno all’emigrazione interna degli anni ’50, che richiederebbero la stesura di un nuovo romanzo. 

Ivo Fogliasso


2° Premio  Patricia Gallo “Intrappolati nel tempo”
(Albatros/Il Filo)
 

Due vicende narrate con garbo, che intrecciano la storia di tre vittime dell’inquisizione perugina, con la vita di una giovane contemporanea che trascina nella sua scia un giovane ricercatore.
Al romanzo contemporaneo, con le necessità e le ossessioni di Anna, si innesta la ricerca di documentazione di un fatto – tutto sommato minore – della storia perugina. Risolvere l’enigma darà ragione degli incubi della giovane, liberandola dallo spirito inquieto di una delle povere donne ritenute streghe e, in quanto tali, regalate alla folla quali capri espiatori delle difficoltà contingenti.
La ricerca della documentazione, fra le vie medievali perugine e le avenue parigine, mette in evidenza il lodevole lavoro di ricerca svolto dall’Autrice.
Da sottolineare che l’Autrice, sebbene d’origine italiana è nata in Argentina, quindi sostanzialmente ibero parlante e scrivente, mentre la lingua italiana proposta ai lettori, è di ottima qualità, come le capacità espressive e descrittive.
Nel caso di ristampa dell’opera, la giuria consiglia di emendare le pochissime e, peraltro ininfluenti, incongruenze storico lessicali.
 Ivo Fogliasso


3° Premio – Paolo Rosetti “Ludwig e Marianna”(ed. EFFE)

Uno scrigno scintillante dall’esordio felice. Poi la storia si volge a temi e toni necessariamente più intimistici. La Storia irromperà più tardi, nella seconda parte, spiegando alla ‘ragione di stato’ la vicenda degli amanti.
La descrizione della Perugina ottocentesca post napoleonica, si sofferma sugli aspetti architettonici, sulle correnti artistiche rappresentati da numerosi artisti stranieri, nonché i caratteri presentati: il marito imposto a Marianna, disposto a chiudere gli occhi di fronte all’adulterio, la zia Cornelia, una sorta di Pisana senza eccessivi intimi tormenti …
E’ indispensabile – in fine – sottolineare la capacità dell’Autore di dominare la lingua italiana, sfruttandone la precisione e la musicalità, anche se intendono presentare un mondo contemporaneo, filtrato da una visione particolare, quasi obliqua, tesa a svelarne più i paradossi che la quotidianità.

Ivo Fogliasso

NARRATIVA EDITA

1° Premio – Bruno Marengo “Esperando Sevilla” (ed. De Ferrari)


Sevilla, nella sua lontananza, è ora il mito, il sogno. Un tempo, remoto, fu la realtà, tangibile come la giovinezza, come può esserlo l’amore, che non torneranno se non attraverso il sogno.
In queste pagine si possono ritrovare tratti delle qualità che Italo Calvino aveva tanto a cuore, di cui egli scrisse nelle sue “Lezioni Americane”. Direi la rapidità e la concisione dello stile attraverso un linguaggio rapido e scattante, la leggerezza.
Belle atmosfere, ben realizzate in una narrazione che sta come sospesa. Qua e là “flash-back” memoria, forse entrambi. Ironia e malinconia a braccetto insieme; un intreccio di inquietudini che non trovano meta, l’orizzonte ne è privo, come l’ultimo viaggio a Sevilla è inarrivabile.
Una costante giocosità, un’allegrezza a sostenere i dialoghi tra Archiloco e il Duca, quest’ultimo, consapevole della propria prossima fine, quasi la ‘corteggia’.
Per queste qualità e anche l’intrinseca originalità la giuria riconosce all’opera di Bruno Marengo il primo premio.

Anna Maria Gallo





2° PREMIO PATRIZIA EMILITRI RUSPA: "LA VOLTA DEL BRICOLLA" ED. MACCHIONE VARESE

Storie di una comunità, di tante comunità che esistevano e ancora vivono a ridosso della frontiere con la Francia, con la Svizzera.Esse entrarono a far parte del Paese, ma nella loro quotidianità segnarono anche la sopravvivenza stessa loro e di altri paesi stretti contro le montagne.

Le pagine dedicate alla preparazione “professionale” dell’ultimo, Pietro, il più giovane, che diventa per tutti il Bricolla, sono particolarmente interessanti e riuscite. E c’è l’Angiolino, un altro giovanissimo, un  ragazzino straordinario che istruirà Pietro, benché meno fortunato di lui.
Rassicuranti le figure di Battista, di Eugenio, il fratello grande, partigiano.

La chiarezza e la linearità sono pregi di questo libro, testimonianza felice di un passato nemmeno tanto lontano.

Per la capacità della rappresentazione nella giusta veridicità e nella intrinseca qualità descrittiva dei rapporti umani, talvolta tempestosi tra componenti di piccole comunità, per la qualità della scrittura, la Giuria  riconosce all’opera di Patrizia Emilitri Ruspa il 2° premio per la Narrativa edita       
                                                           ANNA MARIA GALLO

3° Premio ex aequo - Frabrizia Iranzo Imperatori “Occchiali da vista”(racconti)

                                      ALBATROS/ Il Filo - Roma
Racconti brevissimi che sfiorano l’assurdo, il surreale. Alla prima lettura di questo “short sotires”, si può restare un po’ sconcertati perché non si vedono spiragli di comprensione, ma lo spiraglio vero è la mancanza di spiragli, la lettura richiede concentrazione e non fughe.

La realtà nostra è la falsariga sulla quale sono scritti i raccontini. Scorgiamo sguardi velati, nascosti, suoni soffocati e parole  senza voce che ci è dato solo immaginare. Il violoncello e il suo archetto come “esseri” misteriosi, ambigui, in un senso arcano di vendetta, come le rose rosse e i tulipani gialli che rinvigoriscono quando la vecchia gatta è uccisa con le spine di una rosa.
Il pianoforte e la chitarra portano in sé l’amore di due antichi giovani musicisti. Un vicolo che osserva la donna dai capelli rossi e scompare agli occhi di lei.Pensieri, vaste immagini fulminee e densità di sensazioni che animano tutto il libro, legato dalla qualità della scrittura, dello stile sempre ad alto livello.
ANNA MARIA GALLO

3° Premio ex aequo – Alessandra Santini “La settima vittima” – Ibiskos Ulivieri


La storia si sviluppa e si compone in una sorta di “patch-work”, tessere che si riuniscono poco alla volta sino  diventare un disegno unico.  In effetti solo alla fine, giustamente, si riuscirà a far luce su omicidi rituali, vendetta mascherata da atti di presunto esoterismo che nascono nella mente di un folle.
Ma non è un libro di “magia nera”. E’ il racconto di una lunga indagine poliziesca condotta da un italianissimo ruvido commissario chiamato Mark.

L’Autrice ha saputo creare un racconto dalla buona tensione narrativa, con qualche brivido, in un crescendo inavvertito che non permette mai di chiudere  il libro, si prosegue dritti alla fine. Non ci sono veri colpi di scena, all’apparenza il lettore sa tutto.
Ma è così?
Stile incisivo, dialoghi brevi e non banali, tutto ben amalgamato col tema. Un ottimo indizio verso la continuazione di un percorso tutto “giallo”.
                                 ANNA MARIA GALLO



Segnalazione – Adelaide Orgiana “La voce del silenzio” (Ibiskos Ulivieri – Empoli)


Una storia magica, tratta da antiche storie sarde, tra pastori e nuraghi, tramandate nel tempo, dove la realtà diventa sogno e il sogno è forse la realtà da vivere. Realtà propria di quei silenzi arcani e delle “janas” (piccole fate), che qui richiamano la voce di Grazia Deledda.

Racconto gradevolissimo dal vago stile aulico che ben si richiama alla vicenda narrata.
Ci auguriamo di leggere presto una nuova opera di questa Autrice.


ANNA MARIA GALLO


Segnalazione – Riccardo Mannori “Sulla riva due zoccoli e un pattino
 Ibiskos Ulivieri


Romanzo fatto di quadretti anche divertenti, forse più per noi che ci recavamo in Romagna per le vacanze. Ma qui i personaggi appartengono alla vita quotidiana, a quella che noi lasciavamo a casa. Allora non sempre si può sorridere, leggendo delle difficoltà, delle delusioni d’amore. Certo Tonio è già tutto preso da nuove conquiste e piani per realizzarle, ma c’è anche Don Mimì, il “barone dimezzato”, figura poetica. E dobbiamo confrontarci con il carattere romagnolo, giocoso e serio, da non sottovalutare, perché finite le vacanze si può cambiare. E’ vero, atmosfera “felliniana”, nella quale ci siamo immersi volentieri per ritrovare la Riccione che conoscemmo. Pagine dalla scrittura piana e scorrevole, giusti sono i dialoghi, che lasciano riconoscere l’ambiente dei personaggi. 
Anna Maria Gallo  

Segnalazione – Amilca Ismael “La casa dei ricordi” Il Filo – Roma


Amilca Ismael racconta in prima persona le sue esperienze di lavoro presso una casa di riposo.
Qui ella lavora come assistente e, nel tempo, ella conosce diverse persone, per lo più anziane.
Ma c’è l’incontro con Rita, una donna ancora giovane, che non ha dimenticato il proprio passato. Un incontro che sarà determinante, da quel momento in poi, per la vita di Rita.

E’ un racconto venato da un’intensa umanità e gentilezza, buonumore nel trattare il tema inconsueto.


Anna Maria Gallo



Segnalazione – Piero Burzio “Cronache dell’assedio di Videmar” Ed. Angolo Manzoni


Un romanzo che tratta un argomento serio e lo fa in un certo modo, dissacrante: sono le guerre fatte per dimostrare, confermare il potere e le ambizioni di due re che si prendono troppo sul serio (ma non è sempre  così?).

E’ la libera rivisitazione di un episodio storico, liberamente ambientato nell’anno di grazia milletrecentoquindici.

Leggiamo dalla prefazione di Laura Mancinelli: “Tono ironico …. fino al grottesco…. libertà  creative di situazioni inverosimili…”.

Sono pagine che sanno suscitare il sorriso, il divertimento nel piacere di leggere, per l’intelligenza e la sapienza intrinseche.

Un volume piuttosto corposo, alleggerito dalle piacevoli illustrazioni di Lella Burzio, in copertina e all’interno, inoltre per aver adottato la stampa a Corpo 16, grandi caratteri, venendo così incontro “anche per le viste buone”. (Guido Ceronetti) 

Anna Maria Gallo
La Giuria: Anna Maria Gallo, Ivo Fogliasso
Ivo Fogliasso


Anna Maria Gallo

SEZIONE C POESIA EDITA

1° Premio ex aequo – Mari Farca – Ombre nel fuoco – Paola Caramella Editrice
  
Amore, passione, morte sono i temi della più classica tragedia, quella che arriva dall’antica Grecia. A questi temi si aggiungono, nella poesia di Mari Farca, la natura, il vivere quotidiano non scevro di disagio e malinconia. Un quotidiano antico, contadino, dagli antichi profumi. Quello dei suoi avi che lasciarono la chitarra e il violino per diventare contadini, artigiani, muratori ecc.
“Una rosa è musica, un cielo stellato è vibrazione e ritmo, così le stagioni, la notte e l’alba, così l’acqua che scorre, la frutta, il grano.” Così sostiene nella sua poetica premessa l’Autrice.
La musica è quindi presente in ogni cellula di questa raccolta e Il ritmo è  il lascito naturale dei suoi avi  che, lasciati gli strumenti e diventati “altri” glielo fanno  riecheggiare nei suoi versi.
Il libro è impreziosito da alcune belle fotografie scattate dall’Autrice stessa.
“Ombre nel fuoco” è un percorso di vita che muta forse nello stile, ma rimane sempre sé stesso nelle emozioni che provoca in chi lo legge.
   Silvana Copperi, Luigi Tribaudino


Uomo della vite


sei l'uomo della vite
questo è il tuo nome.
Hai comperato gli strumenti
per tutto il mio destino autunnale.
Prima,
quando non c'era che alba
e conchiglia
e vegetali di mare,
quando c'era ancora il mare nel tuo corpo,
già sognavi la terra che sarebbe sorta
perché sei il coltivatore
l'esploratore esclusivo del seme
ove nasce l'uva,
con la sua storia primitiva
il suo impulso la sua casa.
Tutto questo ti chiedo
di conoscere sempre:
perché quando svanirà la rugiada
quando l'alba sarà fuggita
senza lasciarci un ricordo
tu, conoscitore di sentieri
dovrai portarmi al di là del dolore,
ove gli insetti della vigna
costruirono scavando un sotterraneo
per il nostro vivere di sogni.



1° PREMIO ex aequo Angelo Lamberti  Il pompiere salta cavallerescamente il Kamikaze
Negretto Editore

“Ieri mio padre/ha percosso/il padre di mio padre/….”
Nella drammaticità dei fatti l’Autore oggetto e soggetto di un percorso di vita travagliato trova quel sufficiente distacco necessario per trasfigurare in poesia un’esperienza difficilmente superabile.
Il titolo,  inconsueto, prende spunto dalla cronaca di una partita di calcio riportata s’un giornale che la mamma utilizzava come tovaglia nella casa al cimitero, (luogo nel quale il poeta ha vissuto con la famiglia per sedici anni),  dove il pompiere, in arte Gunnar Nordhal, milanista, e il kamikaze, Giorgio Ghezzi, interista in una mirabolante azione, saltava cavallerescamente il kamikaze. Così emblematicamente  questa sua storia personale fatta di cruda realtà dove nella partita con la sorte i ruoli non sono mai definiti, ma interscambiabili fra di loro, Angelo Lamberti, “(ma anche gli altri personaggi)”, come puntualizza, Giorgio Barberi Squarotti nella prefazione del libo, “è ora pompiere che agisce e opera per acquietare e riordinare le violenze, le drammaticità, le miserie, le angosce fino alla disperazione e alla tentazione della distruzione e dell’autodistruzione. Il poeta poi si mostra come il Kamikaze che affronta il rischio della sconfitta del mondo e con il suo coraggio, che sembra follia, lo salva e conserva l’onore inviolato della metaforica rete.”
Il libro è diviso in quattro sezioni. Sistematicamente in connessione tra di loro. La prima sezione riguarda la vita nella casa al cimitero. La seconda e la terza sezione sono dedicate rispettivamente al padre e alla madre  nel momento più lacerante della loro decadenza fisica e per la madre anche psichica. Ed è qui che nella pietas il poeta trova gli accenti più profondamente toccanti.
La quarta sezione  UNCI DUNCI QUARI QUARINCI (apriti sesamo) fiabescamente chiude la raccolta con ironica malinconia.
In tutta questa dolorosa vicenda umana l’Autore, poeta ricco di poesia, riesce a trovare accenni di dolcezza anche quando “manca l’odore di legna dentro la stufa”.
 Silvana Copperi, Luigi Tribudino
Allora tu immagina per un momento
che il bambino corra incontro alla donna
e che abbia le braccia aperte
come ali in volo.

La donna accucciata,
anche lei con le braccia aperte,
lo aspetta.

Lo aspetta 
come il fiume la nuvola di pioggia
l'acqua nell'acqua.


2° PREMIO – Lorenzo Cimino “Atleta” Edizioni Helicon

 Parole aeree, leggere: eteree. Messe in fila una all’altra in attesa della stoccata finale. “…La freccia è scoccata: il sogno la fermerà?” Dice  Calvino sulla leggerezza: “…..la leggerezza è qualcosa che si crea nella scrittura, con i mezzi linguistici che sono quelli del poeta …..)
Sì, l’Autore, Lorenzo Cimino, rispettando i precetti  fondanti della poesia traccia con leggerezza sul bianco del foglio  un sottile e raffinato gioco dell’intelletto .

Nella considerazione armonica della natura, il sogno ad occhi aperti diviene veicolo di riflessione. Passaggio obbligato attraverso il quale trasfigurano i sensi, i dubbi, le domande. “…. Ora zero. Sarò? Non sarò?/Forse sono…..”

Se per  Calderon De La Barca “LA VIDA ES SUEGNO” Lorenzo Cimino vuole uscire dal sogno “Non viaggio mai? Eppure ho bisogno di non chiudermi nel sogno…..”
Dunque il sogno come trappola dalla quale uscire. Viaggiare? Viaggiare sì, ma all’interno dell’inconscio e trasfigurarlo in poesia. “Rallegratevi alla nascita di un verso/pieno di gioia e lieve, quasi senza gravità/come una terra impregnata di futuro.”
  Silvana Copperi            
                                        Metalinguaggio
                                 
                                                    Magica è la situazione
                                        quando mi guardo allo specchio
                                        come dall'alto guardo questa valle.
                                        I rapporti tra le cose trascolorano,
                                        cambiano le cornici, le coordinate
                                        tendono ad infittire la trama,
                                        mutano gli istanti, quasi si annullano,
                                        il pieno non ha la massiccia compostezza
                                        del corpo, puro momento che, in sé,
                                        ha la natura dell'effimero, ma trova
                                        raccordi, cerca l'onda lunga della memoria,
                                        non si rassegna alla pura sussistenza,
                                        guarda ad altro, all'altro che non c'è ancora
                                        ma ci sarà per improntare del suo alito
                                        il sasso, la luna, il vento.  


3° PREMIO - Anna Magnavacca “Poesia in forma di lettera” Ibiskos Ulivieri - Empoli

- Noi siamo quello che ricordiamo/il racconto è ricordo/e ricordo è vivereQuesti i versi di Mario Luzi che introducono l’intensa raccolta poetica di Anna Magnavacca “Poesia in forma di lettera”.Ed è sicuramente l’intelligente scelta di scrivere poesia in forma di lettera che riesce a sdoganare la possibile ritrosia dell’autrice a raccontare le sue esperienze di vita.

Ciò le consente di confidarle soltanto a chi sappia veramente intenderle e meditarle.  Non a caso l’Autrice scrive: “E’ come sollevare/su di un filo azzurro le parole … che vanno … vanno … come nubi”. Queste nubi percorrono la sua vita e lei sempre riesce a trasformare ogni ricordo, ogni affetto, ogni riferimento, in versi sorprendentemente autentici, naturali, avvolgenti.

Ma come poi nota: “Muta le sue lune – il tempo/e nel giro di brevi stagioni/tutto cambia”. Mutano i colori che “nel singhiozzo della cornacchia nera” si fanno girandola pirotecnica che si trasmuta dal rosso fuoco al giallo. Ma lei rivuole la sua normalità di vita, la sua vita di donna e invoca: “datemi ancora tempo” e il tempo, con la forza che forse solo le donne hanno, se lo prende acquistando al mercato “verdi mazzi di coraggio”.
Non chiediamo di nascere” scrive l’Autrice “ma il morire lo conosciamo/dal giorno della culla” ma, continua, “nascere è una gran fortuna/perché sappiamo che c’è qualcuno che ci ama/e ci amerà sempre”.
Luigi Tribaudino
                                       Scrivere una lettera
                                       è come sollevare
                                       su di un filo azzurro le parole ....
                                       
                                      che vanno ... vanno ... come le nubi ...

Ti scrivo per ricordarti
il respiro del mare a settembre
il cielo pieno e i nostri passi corti
per fermare il tempo.
Per mandarti la mia lontananza
il fruscio del mio vestito a balze
il dolore che mi accompagna.

Nell'aria ancora vortici
e d'azzurro e di perla e di sole.

Ti scrivo per dirti
che il vento ha tatuato il mio viso
come una lenta secca foglia.
Per un sogno d'attesa
- nella pioggia che smorza il tenace
canto delle cicale - sotto la pensilina
di una fumosa stazione.



Menzione speciale alla memoria della poetessa Porzia Benelli 

per la raccolta: “Poesie” ed. Edimond


Salvati dall’oblio, dall’attento curatore Massimo Frilli, i versi della allora giovane poetessa, la cui produzione si distribuisce nel quindicennio 1922 -1937, sono di profonda intensità drammatica: “spremo, sì, spremo/sospiri di carta/rinchiusi e distorti…” o ancora: “un verso è soltanto una lagrima sorda/un verso è solo un acuto/un verso è la candida ruga che si vede, invano”.

La voce interiore proviene dallo scandaglio nel silenzio profondo della sua anima e dalla sapiente ricerca, all’interno di una costellazione assolutamente originale e personale, della parola-immagine in grado di comunicarla. Simile in questo alla poetessa da lei tanto amata, Emily  Dickinson, di cui fu prima traduttrice in Italia.
           Angela Donna
I miei sensi

Da sempre conducevo
quest'alito di fiato
nell'aia occulta
e già dileguata
d'un incubo sordo.


Ma ora, già adesso
sventro senza ritegno
tutte le spighe di luce rigogliosa,
ardo in prigioni limacciose
tra fango austero,
spremo, sì, spremo
sospiri di carta
rinchiusi e distorti,
bevo acque solenni,
ingorda e temeraria.
                                      marzo 1922

SEGNALAZIONE  di MERITO
 Anna Maria Dall’Olio “L’angoscia del pane” ed. LietoColle

Segnalazione di merito, solo in quanto la raccolta, bellissima, comprende soltanto dieci poesie.
Dieci poesie di profondo valore sociale e civile, espresse in una forma stringata, dinamica, efficace.
Chiude la raccolta l’HAIKU: “Sparsi sull’erba/tre minuti di guerra/tre fiori rossi” che nella precedente edizione del nostro concorso, Garcia Lorca, vinse il primo premio per la poesia inedita.

Molto pregevole il libricino da collezione, della serie “Solo Dieci Poesie”della casa editrice LietoColle.
Luigi Tribaudino

                                 M'han sempre detto, emigra,
                                 ho sempre detto, qui resto,
                                 ti guardavo, mi parevi bella,
                                 Tempera scrollona traditora.


                                 Quando il mondo s'è messo sottosopra
                                 nella pancia della terra son scesa.
                                 
                                 Maria, nascerai un'altra volta,
                                 luce vedi, dopo oggi vien domani,
                                 aspettati gente, predi l'aghetto.


                                 Tripp'e panze pan'ze trippe
                                 faccia tosct' lu monn'è nosctre.    
                                  
                                          

La giuria: Silvana Copperi, Angela Donna, Luigi Tribaudino


Silvana Copperi, Angela Donna, Luigi Tribaudino