mercoledì 15 giugno 2011

SEZIONE B POESIA INEDITA

1°PREMIO – Niccolò Andrea Lisetti  “A proposito di un muro del pianto”
  
Dal primo verso “niente di meglio di un muro” il ragionamento si svolge pacato: è un tono da poesia civile che avvolge questo componimento,  che  pure ha rimandi  privati.
Quel muro chiude la vista e  permette di concentrarsi sull’interiorità, quel muro è punto di arrivo, confine, barriera; si può quindi superare,  non trattiene, non mutila il futuro anche solo con un falso senso di rifugio: “su un muro ci si appoggia non ci si vive”.
 Poesia privata  che però immediatamente  rimanda al Muro del Pianto a Gerusalemme, a  tragedie collettive,  a passati che ci coinvolgono e ci interrogano  e allora quell’accento di poesia civile che subito ci aveva toccato riprende forza risuona e resta a lungo come  un’ eco conosciuta e fraterna.
E’ questa poesia profonda, ragionata che si illumina e ci illumina di speranza: “bisogna piangere … per ricevere gli occhi del futuro”, “se un muro è un confine,/ allora la fine è a due passi/ e lì anche il pianto può trovarne una”. Da lì si riparte,  da lì comincia il futuro.  E ancora la voce ci invita serena  a non abbandonare il passato, ma a tenerlo con noi  e ci accompagna alla chiusa ottimista e felice,  in tutti i sensi,: ”un ricordo ci accompagna nel futuro, non ce lo ruba”.  
 Donatella Moreschi


arrivammo per piangere
           e c'era il deserto;
       finimmo le lacrime
     e apparve una strada

niente di meglio di un muro
per sostenere un pianto,
perché non c'è niente da guardare:
si può solo chiudere gli occhi
per piangere meglio,
soli coi ricordi
e ciechi all'avvenire.
ma ad un muro
si arriva,
vi si giunge
per ripartire,
non può essere una casa:
su un muro ci si appoggia, non ci si vive;
è soltanto un crocevia del tempo,
qualcosa che si scavalca
per saltare da ieri a domani,
perché bisogna piangere
non solo per il passato,
ma anche per ricevere gli occhi del futuro,
quelli per vedere il cammino nuovo.
se un muro è un confine,
allora la fine è a due passi
e lì anche il pianto può trovarne una.
se c'è un muro, anziché una casa,
è perché il passato non si abita:
un ricordo, ci accompagna nel futuro,
non ce lo ruba



2°PREMIO – Marina Del Naia – “Potere alla parola”

Una poesia che nell’enunciare: “tengo fede alla parola”  suona  alle nostre orecchie  come un’esortazione:  “tieni fede alla parola” e  ci spiega perché. Lo fa parlandoci della potenza della parola e scegliendo di raccontarci la sua forza positiva.  Ma senza dirlo ci mette anche in guardia da ciò che può fare la parola a cui non si tiene fede, la parola ingiusta, quella che ferisce, che lega, che  inchioda al dolore. Perché se la “giusta parola è di origine divina” diabolico può essere il suo contrario. Un poeta però non può che credere nella parte buona della parola, nella sua cristallinità, nel suo potere costruttivo, vivificante, creativo. E’  quello che il poeta ci dice con equilibrio e forza in questa composizione dal ritmo veloce, teso,  esortativo appunto.


Donatella Moreschi

Tengo fede alla parola
data, scritta, pensata
perché la parola 
è forza, è potere,
è libertà, è amore.
Tengo fede alla parola
perché la parola
è creazione
è consolazione
è trasformazione.
Tengo fede alla parola
perché la parola
anche una
se è la giusta parola
è origine divina
di ogni umano cambiamento
è luminosa sorgente
nella notte della coscienza.


3°PREMIO – Gianfranco Carignano “Basta un cenno”


Come un mantra si ripete la parola “cenno” che dà il ritmo alla composizione; e la parola,  che a prima vista pare quasi analizzata nei suoi diversi significati, ambiti, sensi da un linguista appassionato , diventa la traccia per una storia personale. Rivivono, attraverso la parola detta e ridetta, ricordi, letture,  racconti, situazioni, stati d’animo, speranze,  rimpianti. Personaggi si animano sulla scena, esecuzioni terroristiche,  notti bagnate di spaccio, teatri pieni di gente e calore, ragazzi in fila per entrare in discoteca, corteggiamenti e licenziamenti, suicidi e infine forse unico  scopo di tutto quell’affastellare e affabulare  il rimpianto. L’ultimo cenno, quello non fatto, quello che pesa per sempre, chiude la poesia con una sospensione che sa di amaro: “bastava un cenno…”.    

Donatella Moreschi


Colgo l'occasione 
per inviarti un cenno ...

Un cenno per un saluto!
Uno per interrogare.

Un cenno per un comando,
Circolo ARCI Aldobaraldo
un'intesa:
uno per tacere, uno per parlare.

Per farlo sparire è bastato un cenno.
E' bastato un cenno per licenziarmi.

Un cenno prima di premere un grilletto ...
Per farti abbassare gli occhi: un cenno.

Un cenno e sei morto!

Un cenno prima di saltare nel vuoto.
Un cenno per comprare una dose,
ma anche per iniziare l'assolo.

Ad un cenno sono entrato sul palco!

Mia nonna ci richiamava con un cenno di tosse.

Un cenno di vita
quando ogni speranza sembrava persa.

Cenni d'algebra sotto il braccio.

Un cenno impercettibile.
Un cenno di sorriso.
Un cenno di disappunto.

Non un cenno di pentimento.

Si intravvedono cenni di sedimento.

Un cenno e salgo ...
niente male la bruna!

Un cenno per entrare a sbafo.

Un cenno per farla franca.
Franca era una mia amica,
bastava un cenno ...



PREMIO M.T. BIGNELLI  - POESIA D’AMORE
Vincenzo Calì  “Senso D’amare”
  
L’Autore in questa Lirica mette in evidenza la forma e la sostanza del ricercare
Amore anche a tempo scaduto.
Enrico Mario Lazzarin


M'accorsi quel giorno, del fiume ormai fermo.
Con vivido nesso, mangiai lo sgomento.
E' grande l'amore, che ha senso d'amare,
ma il fuoco inatteso, mi arde d'un colpo.
Marea alla mente, inebria la vita,
di cose ormai spente.
Ha il tocco del mare, mi sfiora d'un pelo,
confonde già il vero.
E' misera ansia, che senso d'amare
è amare ormai senza ...


 PREMIO GET – POESIA ECOLOGICA 
Alberto Nessi “Un sonetto che fa ….. acqua.

L’Autore in questo sonetto inneggia alla sorella Acqua ringraziandola per la vita che ogni minuto fa nascere e continuare.

Lo fa con un linguaggio semplice ma efficace.
Enrico Mario Lazzarin


fiume Po
Sei il sangue della terra, Amica Acqua,
vitale, trasparente, necessaria;
in armonia perfetta Tu, con l'Aria,
Ti ossigeni con lei, Che si risciacqua ...

La Vita, grazie a Te, nacque sottacqua,
facendo tanta strada, millenaria;
soltanto negli stagni sedentaria,
Tu corri come un fiume pieno ... d'acqua!

Sei libera ché abiti dovunque,
un Dono del Creato per ciascuno;
lambisci tutto il mondo e mai nessuno

potrà metterTi un freno, mai, comunque!
Purifichi e disseti ogni vivente:
gridiamo un "grazie a Te!", riconoscente.


PREMIO ER PUPO – POESIA SATIRICA 
Alberto Nessi “Socialismo verbale”

Il poeta con maestria mette in risalto le problematiche della società odierna con un abile gioco di parole ci fa sorridere a denti stretti.
Enrico Mario  Lazzarin

Davvero sconcertante, ipocrisia,
sei quando sono in campo le parole
usate per descrivere la mole
di stati cui donare l'amnistia.

Esempio di eufemismi: se si vuole
un cieco definire, la teoria
dei falsi porterà, la teoria
dei falsi porterà, con leggiadria,
s dirlo "non vedente" stelle e sole.

Pensiamo allo spazzino che, pian piano
promosso a "netturbano" più approprito

sarebbe, essendo il vigile anche urbano. 
Dissotterar di guerra voglio l'ascia: 
è l'"escort", in fin dei conti, una bagascia! 

tutti i premiati
  


2 commenti:

  1. Complimenti ai primi tre classificati nella sezione "poesia inedita".La mia preferita è la seconda classificata "Potere alla parola" di Marina Del Naia.Linguaggio diretto e molto efficace. Notevole!
    Fabrizio

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  2. grazie Fabrizio
    comunicherò a Marina Del Naia via e-mail il tuo commento.

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