1° premio – Marina Del Naia – Potere alla parola
Una sfida fondamentale della poesia è
calarsi nel quotidiano, nel contemporaneo, e nello stesso tempo starne al di
sopra, innalzarlo a una dimensione che trascende il contingente. Marina Del
Naia raccoglie questa sfida mettendo in versi alcuni temi specifici della
nostra epoca, come la spersonalizzazione, lo sfruttamento, la precarietà del
lavoro, e amalgamandoli con i toni eterni che affiorano nello spirito,
nell’animo, nell’emozione. Perché il lavoro più difficile e importante è il
lavoro di essere veri, di essere sé stessi: «L’unico lavoro che ci rende liberi
/ è il lavoro / di essere umano».
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Marina Del Naia |
La raccolta di versi è compatta e ha un
solido stile, che sa modularsi su accenti diversi, che vanno dalla riflessione
più filosofica fino allo scenario dell’esistenza giornaliera, nello specchio
delle amicizie e naturalmente dell’amore. Amore di persone e amore di poesia:
una delle liriche più riuscite descrive un percorso di avvicinamento e
metamorfosi che può riferirsi tanto a un innamorato quanto a un lettore: «le
lascio affinché seguendole / una ad una / parola per parola / tu possa trovarmi
/ e trasformarmi / da verbo / in carne».
C’è fierezza e tenerezza, verso le singole
persone e verso il collettivo, il paesaggio, lo scenario da cui molti vogliono
o sono costretti ad allontanarsi (come bene emerge dalla poesia «La diaspora»).
La poetessa è immersa nella realtà e simultaneamente ne è fuori, per
descriverla, per scavarci dentro, per farcela vedere meglio. Compie così,
appunto, la missione di trascendenza che è propria dell’arte.
Il verso ha buon ritmo, trova intensità
nella leggerezza, si dipana in una musica armoniosa ma capace anche di
improvvisi scarti, di repentine impennate. Vola alto ma resta a contatto delle
cose delle terra: anche per questo non ci annoia mai, e si fa leggere con
voglia dall’inizio alla fine, aprendoci nuove finestre impreviste: perché i
poeti «usano le parole come monete / da gettare nel pozzo dei desideri / di
spalle, senza guardare, senza barare».
Carlo Molinaro
Le Parole
sono acciaio tagliente
mi scavano dentro
fino a scalfire il bianco della coscienza
e poi risalgono
mi trafiggono, mi oltrepassano:
cosa resta di me
alla fine del sacrificio?
Addosso un'altra cicatrice.
Un taglio
che stilla il mio dolore
goccia a goccia.
Il corpo mi sta stretto,
l'anima preme per uscire:
uso le parole
per rompere il confine
2° Premio Ex Aequo – Anna Belozorovitch - Io non so dirlo in altro modo
Partendo dal titolo della silloge “Io non
so dirlo in altro modo”, possiamo già trovare nello stesso un concentrato di
quello che può essere la motivazione per il premio.
Diciamo che il modo con il quale l’Autrice
esprime il suo “inno all’amore” coniuga: essenzialità, potenza ed esaustività.
Con un fraseggiare che mescola, con sapienza, il delicato e tenero al crudele e
tragico, costruisce una sequenza che riesce a rinnovare un tema stravecchio
come l’Amore. E confeziona un canto d’amore all’Amore che manifesta la sua
esistenza solo in quanto dualità totale e rigenerantesi in questa unità duale.
Sergio Notario
Corpo Altrui
Una volta i tuoi baci
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Anna Belorozovitch |
erano bocche d'animali sulle mani,
cani o cavalli cui, bambini,
offriamo da mangiare:
contatto inusuale e meraviglia.
... dicevamo: "Apri le mani", "Non aver paura!",
e noi allungavamo il gomito, pian piano,
col polso rigido e il fiato trattenuto,
e sentivamo l'umido del naso,
pronti a ritirarci a vicenda.
Ora si stirano, se necessario, le labbra,
per un sorriso occasionale,
se ci si incontra negli spazi:
il corpo altrui è un mobile
disposto male nell'arredamento.
2° Ex Aequo – Daniele D’ignazi – ONERE DEL VERO
Poesia che, con
emozione partecipata, studia la dimensione del continuo variare dell'esistente
e dell'esistenza umana nell'essenziale dipanarsi del tempo, per noi, nel
vissuto di ore e situazioni.
C'è compiutezza nei
versi luminosi di suggestioni percettive e meditazioni.
Parole aldilà del semplice valore semantico che provocano un
insieme di rimandi serratamente allusivi: tappe che si approssimano di volta in
volta a un'idea presto superata e rimpiazzata da un nuovo momento del
procedere.
Cammino ondivago
accompagnato da sospensione e attesa, insito anch'esso nel compiersi. L'autore
comunica il peso e la grazia di quanto l'essenza del vero ci propone nel suo
mutevole svelarsi.
Rina D'Alessandro
molto prima dell'espiazione.
La mano che respinge il remo oltre
l'occhio allungato alla scia
che si richiude e i flutti ricuce.
Si contano i fiori già aperti
in questo mese che non saprei
e segna l'inizio o la fine
di qualcosa
o solo intesse la trama,
paziente lavoro d'intreccio.
L'uomo si litigò gli Dei
già ai tempi del primo fuoco
innalzato templi prima
abbassando gli occhi poi
allo scoprir del cielo vuoto,
erroneo fu il cercar o il cosa?
Amara cade la pioggia, disturbo
dell'armonia di ogni artificio,
brilla sull'altare del sapere,
giace, il sacrificio dell'allegria,
ma ignara s'apre la rosa
con il garbo delle belle maniere.
Gli ospiti attendono il pranzo
al tavolo cosparso di briciole
avanzi di verità sospetta,
ognuno ne assaggia come può
con la punta delle sita
ognuno sorride fingendosi sazio.
Dobbiamo accettare l'offerta
il saggio richiude l'ombrello
s'ingrossa la fila all'uuscita,
non c'è tempo per trattare suo tempo
l'istante è già perso, nella ricerca
di un posto con vista migliore.
Rina D'Alessandro
Liquida
"In puncto fugientis..."
Dopo è venuto il bisogno
ma prima del senso di colpa
La mano che respinge il remo oltre
l'occhio allungato alla scia
che si richiude e i flutti ricuce.
Si contano i fiori già aperti
in questo mese che non saprei
e segna l'inizio o la fine
di qualcosa
o solo intesse la trama,
paziente lavoro d'intreccio.
L'uomo si litigò gli Dei
già ai tempi del primo fuoco
innalzato templi prima
abbassando gli occhi poi
allo scoprir del cielo vuoto,
erroneo fu il cercar o il cosa?
Amara cade la pioggia, disturbo

brilla sull'altare del sapere,
giace, il sacrificio dell'allegria,
ma ignara s'apre la rosa
con il garbo delle belle maniere.
Gli ospiti attendono il pranzo
al tavolo cosparso di briciole
avanzi di verità sospetta,
ognuno ne assaggia come può
con la punta delle sita
ognuno sorride fingendosi sazio.
Dobbiamo accettare l'offerta
il saggio richiude l'ombrello
s'ingrossa la fila all'uuscita,
non c'è tempo per trattare suo tempo
l'istante è già perso, nella ricerca
di un posto con vista migliore.
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Carlo Molinaro |
La Giuria
Rina D'Alessando, Carlo Molinaro, Sergio Notario
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